La storia del gruppo alpini di Azzano San Paolo inizia nel 1974 quando due “bocia”, Mino Centurelli e Riccardo Giudici, bussano alle porte degli Alpini azzanesi con l'intento di aprire una sede locale dell'associazione delle Penne Nere.
L'anno successivo il gruppo, dedicato al Sottotenente Camillo Ghisalberti, intraprende la sua scalata sotto l'affettuosa egida della sua madrina, la Signora Gina Vidè in Bonaschi, e da subito si prodiga sia all'interno della comunità che lo ha visto nascere (restauro della Chiesetta di Sant'Anna), sia al di fuori di essa.
L'anima del gruppo - che annovera tra i suoi soci sia numerosi giovani sia reduci della Seconda guerra mondiale come il Signor Angelo Maffioletti (scomparso alla fine del 2004) - comincia ad organizzarsi nella duplice volontà di ricordare la storia del nostro Paese e di creare un terreno fertile per l'impegno sociale degli Alpini di oggi e di domani.
Una delle prime occasioni che si propongono al nostro gruppo per dar prova sul campo della propria coerenza ai valori che propone, è il drammatico terremoto del Friuli (1976), esperienza questa che, oltre a formare gli uomini che sono partiti per puro spirito di solidarietà nei confronti di altri Italiani, ha indotto le Penne Nere azzanesi a costituire una propria sezione della Protezione civile all'interno della quale collaboreranno poi ad interventi sia sul territorio provinciale (casa di riabilitazione per i tossicodipendenti di Chiuduno, casa miodistrofici di Endine Gaiano, ecc.) sia su quello nazionale (in Valtellina, Val Brembana, Piemonte, Umbria).
Col passare del tempo il gruppo è andato crescendo e diversificandosi tanto che nel 1992 si sono riunite le “Amiche degli Alpini” mamme, mogli, fidanzate, figlie, sorelle e… simpatizzanti, che da allora affiancano le Penne Nere sia con il loro concreto lavoro in occasione delle annuali feste sia con il loro sostegno ideale nel condividere e trasmettere lo spirito alpino.
All'anima femminile del gruppo si è affiancata dal 1996 anche quella sportiva: una squadra di calcio che, composta da ragazzi e “non”, ha consentito di consolidare legami di amicizia tra i componenti e creare occasioni di incontro, divertimento e impegno per il prossimo.
Per un gruppo che affronta i “tempi moderni” è indispensabile allargare i propri confini ed è così che nel 1997 il nostro gruppo è stato il primo in Italia a realizzare un sito internet Alpino, in diverse lingue e con numerose pagine.
L'anima contemporanea del gruppo si è però cominciata a definire già nel 1986 quando, in occasione del primo raduno della Federazione Internazionale dei Soldati della Montagna a Bergamo, si è inaugurata ad Azzano la prima stele eretta in onore della I.F.M.S. L'impegno in questa direzione è stato subito confermato dall'ideazione della “Giornata I.F.M.S.” e del “Premio I.F.M.S.”. Come spiegare in poche parole il significato di questa iniziativa? Forse facendo riferimento al trofeo che annualmente viene consegnato ai vincitori del concorso, persone che si sono prodigate per recuperare e salvaguardare zone che sono state testimoni di drammatici episodi della storia bellica del nostro Paese.
L'opera unisce il legno del basamento - lavorato a mano fino a fare affiorare le venature delle rocce che sono state scenario di drammatiche vicende umane al ferro grigio che rappresenta in modo stilizzato la montagna minacciosa e impietosa, spesso vera nemica per i soldati al cristallo azzurro che rappresenta il cielo, quello che a tutti è probabilmente capitato di vedere in una serena giornata in vetta, azzurro come l'ideale bramato e irraggiungibile, limpido come l'umile semplicità con cui i soldati svolgevano il loro dovere, immenso da togliere il respiro.
Dal 2001 tutte queste attività trovano il loro centro organizzativo nella nuova sede che impreziosisce la sua linea moderna e funzionale con un arredamento accogliente e con un tesoro storico raccolto negli anni sottoforma di reperti bellici, libri, opere d'arte. Il cuore della “casa alpina” è la sala del consiglio dominata da un tavolo in legno, massiccio come la determinazione con cui gli Alpini si impegnano nel sociale e caldo come l'atmosfera che ci piace immaginare quando delle persone vi si siedono attorno per collaborare. Una miriade di intrecci di sentimenti di giovani e meno giovani, di uomini che crescono insieme ad altri uomini, percorsi di avvicinamento e altri di allontanamento. Emozioni, impegno, fatica, soddisfazioni, speranze e delusioni.
Il nostro gruppo è stato ed è senz'altro tutto questo e forse anche di più…
È un gruppo assolutamente eterogeneo in cui ognuno ha però trovato la sua collocazione talvolta reinventandosi nel tempo. È forte e radicato l'orgoglio di che vi appartiene, sia come Socio che come amico o amica degli Alpini.
In questi anni c'è chi ha badato a far da fondamenta, vi sono stati alcuni pilastri, chi ha fatto da mattone e chi da collante. Forse qualcuno ha solo fatto da “arredo”, ma grazie a tutti questi ingredienti la costruzione Alpina è sorta e si è mantenuta nel tempo.
È così imponente l'esempio di chi ci ha preceduto (in guerra e in pace) che non possiamo esimerci dall'emularlo. Qui si impara davvero molto, ognuno deve essere ringraziato e ringraziare gli altri.